
Aceto di vino: il conservante alimentare più antico
Le prime citazioni dell’aceto come conservante efficace risalgono alla Bibbia. Gli archeologi ne hanno rinvenuto tracce in vasi dell’Egitto prefaraonico, confermando così la teoria secondo cui già i popoli antichi lo utilizzavano per proteggere la qualità dei cibi durante lunghi viaggi.
L’aceto di vino era considerato un vero e proprio elisir: ai suoi benefici come conservante si affiancavano quelli cosmetici e medicinali.
Ad ogni popolo il suo aceto
Classificato come uno degli alimenti più utilizzati e versatili, l’aceto è stato declinato dalle diverse popolazioni secondo le proprie necessità.
Non solo: ogni civiltà ha estratto l’aceto da diversi alimenti, dal cocco alle pere, dal miele alla canna da zucchero.
Uno degli usi più importanti dell’aceto è senza dubbio quello di conservante alimentare, in particolar modo rispetto agli insaccati.
Questo alimento viene utilizzato per l’approntamento degli involucri d’insaccatura oltre che per la regolazione delle fermentazioni.
Fin dall’antichità infatti, le proprietà antisettiche dell’aceto erano ben note anche se solo intuite.
Le caratteristiche dell’aceto
Le moderne tecniche di analisi e food security hanno confermato ciò che gli antichi già sapevano: l’aceto ha proprietà antisettiche importanti.
I limiti e la composizione dovuta per entrare in commercio è stata regolamentata dalla Food and Drug Administration statunitense.
L’istituto richiede che qualsiasi tipo di aceto contenga un minimo di 40 grammi di acido acetico ogni litro.
Nell’aceto sono presenti anche acidi organici, polifenoli e melanoidine che svolgono attività battericide.
Fonte: https://ilfattoalimentare.it/aceto-vino-antico-conservante-naturale-salumeria.html