Legionella e rischio biologico: come prevenire i contagi

Quando si parla di rischio biologico si assiste, soprattutto in questi ultimi mesi, al riferimento immediato al nuovo Coronavirus.
In realtà l’espressione “rischio biologico” comprende una grande vastità di possibili casi.
Uno tra i più importanti è quello legato alla Legionella, in relazione soprattutto al rilevante aumento di casi registrati in questi ultimi anni.
Legionella: come prevenire il contagio
Per iniziare un percorso che porti alla reale e concreta riduzione dei casi e che miri al contenimento del contagio, le azioni da intraprendere sono:
- predisporre azioni di prevenzione anche nei campi fino ad ora gestiti solo nella fase di contagio accertato;
- Istituire in ogni Regione il catasto delle torri di raffreddamento ad umido e dei condensatori evaporativi. In questo caso c’è da sottolineare che alcune Regioni hanno già provveduto all’attivazione del catasto attraverso apposita normativa
Queste indicazioni sono state promulgate nel documento prodotto da un Gruppo di Lavoro della Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione ( CIIP).
Il documento, dal titolo Linee di indirizzo per la prevenzione della diffusione della Legionella , ha il preciso scopo di proporsi come “strumento di condivisione di conoscenze tra operatori del mondo della prevenzione e tecnici della climatizzazione” in riferimento al rischio Legionella.
Le tecniche di trattamento delle acque
La prima sezione del documento del CIIP approfondisce le diverse possibilità di trattamento delle acque.
Più in particolare si indicano come possibili, due tipologie di trattamento per le acque destinate ad uso lavaggio e sanificazione:
- Trattamento con metodi fisici
- Trattamento con metodi chimici
Proseguendo nella lettura, gli autori concludono che, in generale:
“i metodi fisici non sono inquinanti, sono facilmente attivabili e controllabili, ad esempio con un monitoraggio del valore della temperatura, e garantiscono l’efficacia del trattamento se opportunamente effettuati. I metodi chimici prevedono l’uso di sostanze chimiche, spesso difficili da dosare e tenere sotto controllo, il che può creare problemi in termini di rispetto delle caratteristiche organolettiche, fisico-chimiche e microbiologiche definito dalle norme in vigore; inoltre, l’attivazione e il controllo del trattamento sono più complessi e l’efficacia del trattamento non è sempre garantita”.
I metodi di trattamento possono poi essere eseguiti con costanza oppure come “trattamento shock”, che si utilizza per gli impianti idraulici:
“in seguito al rilevamento di una concentrazione del batterio della Legionella nell’impianto oltre certi valori di soglia, compreso tra 1000 e 10.000 CFU/l e che può essere utilizzato solo per una breve durata e ripetuto dopo poche settimane”.