
Biotecnologie in agricoltura: da Biotech alle analisi del suolo agricolo di Saturno Laboratorio
Le biotecnologie in agricoltura spesso vengono percepite come contrapposte alla biodiversità. Ci si chiede infatti se i miglioramenti genetici possano contrapporsi in qualche modo alla biodiversità che la natura ci propone.
In realtà non è cosi: basti pensare, ad esempio, che il grano nano, oggi di gran lunga il più diffuso per la sua maggiore produttività, deriva da una mutazione naturale apparsa in Giappone decenni fa, caratteristica poi selezionata dall’uomo e riprodotta, per sfruttarne appunto la resa superiore rispetto ai grani antichi, dal fusto ben più alto. Nel frumento duro non è mai stata riscontrata tale mutazione, che è stata quindi trasferita dal frumento tenero forzando l’incrocio e ottenendo piante con le caratteristiche desiderate.
Stesso procedimento per la produzione delle pesche noci: è stato disattivato il gene al quale si deve la peluria sui frutti ed è stato modificato il colore della polpa, cambiandolo dal bianco al giallo per venire incontro alle richieste del mercato.
Occorre precisare che queste tecnologie non aggiungono materiale genetico, tantomeno quello non di origine vegetale, come spesso si teme, ma modifica in modo mirato alcuni piccoli segmenti del patrimonio genico per correggere determinati tratti.
La mutazione si verifica nel momento in cui si modifica una sequenza di DNA, modificando una specifica caratteristica del prodotto finale.
Biotech: il progetto per il miglioramento genetico vegetale
Biotech è il primo grande progetto italiano finanziato dal Ministero dell’Agricoltura sul miglioramento genetico vegetale, un settore strategico per il progresso agricolo nazionale. Molte delle specie coltivate in Italia, comprese quelle fondamentali per i nostri prodotti tipici, derivano infatti da varietà e ibridi frutto di biotecnologie e conoscenze sviluppate all’estero. Questa condizione evidenzia uno svantaggio per il Made in Italy, che la ricerca può recuperare.
A questo proposito, Biotech mira a implementare e trasformare le conoscenze sui genomi delle specie vegetali, per ottenere in Italia prodotti migliorati e più competitivi. In sintesi, Biotech attualmente si occupa di 16 coltivazioni diverse, operando su alcune tematiche principali:
- incremento della produttività;
- resistenza agli stress biotici e abiotici (ovvero alle malattie e agli stress climatici);
- qualità dei prodotti.
Analisi del suolo agricolo: la parola a Saturno Laboratorio
Per comprendere al meglio quali sono le possibili analisi da effettuare sui suoli agricoli, qui di seguito trovate un’intervista al Dott. Marco Palazzo, responsabile di Saturno Laboratorio.
Perché è importante fare le analisi?
Ogni suolo ha una certa quantità di nutrienti che è importante conoscere per sapere il tipo di concime da utilizzare per una determinata coltivazione.
Se il valore nutrizionale del terreno è troppo basso la pianta farà ovviamente fatica a crescere; se invece il valore nutrizionale è troppo alto la pianta andrà ad assorbire solo i nutrienti che le servono e le restanti sostanze verranno dilavate o trascinate in falde freatiche sottostanti alle colture per percolazione portando a danni ecologici o andando comunque a danneggiare le altre colture a causa di una eutrofizzazione delle falde stesse facendo crescere piante parassite che andranno a sottrarre l’ossigeno nell’area circostante.
Dove si deve campionare?
Campionare dove si ha intenzione di coltivare o in prossimità.
Zone diverse per scheletro, tessitura, drenaggio, pendenza ed esposizione vanno escluse dal campionamento; così come i bordi dell’area per almeno 5 metri da fossi e capezzagne, cumuli di deiezioni e altre zone rimaneggiate.
Se la zona non è uniforme come succede in vigneti e frutteti, eseguire il campionamento tra la zona concimata e quella non interessata alla concimazione
Come campionare?
Eseguire dai 10 ai 30 campioni per ettaro prelevando un subcampione circa ogni 1000 m2; per subcampione si indica una piccola quantità di terreno che poi sommandosi con altri subcampioni prelevati in posizioni diverse andranno a costituire un campione effettivo; un campione finito dovrebbe avere un peso tra 1-2 kg.
Durante il campionamento scartare i primi 5 cm dalla superfice e prelevare:
- da 5-15 cm di profondità per le graminacee
- da 30-50 cm di profondità per le leguminose
- da 20 a 60 cm di profondità per le colture arboree
Quando campionare?
Campionare 3 mesi dopo l’ultima concimazione.
Quali analisi sono disponibili per i terreni agricoli e a cosa servono?
- Analisi fisiche: per la determinazione della tessitura, ovvero la percentuale di scheletro, sabbia, argilla e limo che possono portare diverse proprietà al terreno
- Analisi chimiche: per la determinazione di:
- Macroelementi à Azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio e zolfo
- Microelementi à pH, conducibilità calcare attivo, potere ossidante del cromo (esterno), carbonio organico, salinità (esclusi carbonati e bicarbonati); ioni calcio, magnesio, sodio e potassio, cloruri, nitrati, nitriti, ammonio, solfati, fosfati, calcare (esterno), calcare attivo (esterno), gesso (in caso di anomalie per calcare e gesso si possono effettuare le prove di fabbisogno di gesso e calcare), carbonio organico totale (esterno), Al, Fe, Si, Mn, metalli alcalini e alcalino terrosi, Cd, Co, Cr, Cu, Mn, Ni, Pb, Zn, Mo
Fonte: https://www.ilgiornaledelcibo.it/biotecnologie-agricoltura/