Etichettatura ambientale: arriva l’obbligo anche per l’Italia
Tutti gli imballaggi destinati al consumo presenti in Italia dovranno necessariamente presentare l’etichettatura ambientale. Questa rivoluzione normativa giunge dopo un complesso iter burocratico: l’11 settembre 2020 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo 3 settembre 2020, n. 116, che recepisce la Direttiva UE 2018/851 sui rifiuti e la Direttiva (UE) 2018/852 relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio.
Il cosiddetto Decreto Milleproroghe aveva sospeso l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi fino al 31 dicembre 2022 con possibilità di esaurimento scorte già immesse sul mercato e/o etichettate al 1° gennaio 2023.
Etichettatura ambientale: il contesto italiano
Un’idea della situazione nazionale la rende il report dell’Osservatorio Identypack, primo osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale degli imballaggi creato da Conai e GS1 Italy.
Risulta che le informazioni riportate in etichetta sono molto lette e prese in considerazione dai consumatori che devono scegliere quali prodotti portare nelle proprie case: secondo l’Osservatorio, il 58% del campione del report le controlla spesso o sempre.
Anche l’attenzione all’ambiente è molto importante: il 50% degli intervistati ha dichiarato di controllare “con elevata frequenza” che l’imballo si riciclabile. Il 48% invece controlla spesso altre informazioni circa la sostenibilità dell’imballo.
Etichettatura ambientale: i settori virtuosi
Secondo il dossier, il reparto del freddo è quello più virtuoso per quanto riguarda le informazioni sul packaging. In particolare gelati e surgelati si confermano i settori con la maggior percentuale di prodotti sulla cui confezione è riportata la codifica identificativa dei materiali (ovvero la sigla che li contraddistingue come, ad esempio, PET per il polietilene, PAP per la carta, ALU per l’alluminio) di cui è composto il packaging.
Fonte: https://ilfattoalimentare.it/etichettatura-ambientale-report-identipack.html