Valorizzazione degli scarti agroalimentari: un approccio per la sostenibilità e l'economia circolare
La lotta allo spreco alimentare è diventata una priorità globale, considerando i dati allarmanti forniti dalla FAO che evidenziano la perdita e lo spreco di circa 1,6 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno. Questo fenomeno non solo rappresenta una grave inefficienza nel sistema alimentare mondiale, ma ha anche conseguenze devastanti sull'ambiente, sull'economia e sulla società.
Il Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) ha identificato lo spreco alimentare come una delle principali cause dei cambiamenti climatici, della scarsità di risorse naturali e della povertà estrema, soprattutto nelle regioni più vulnerabili del mondo. Ridurre lo spreco alimentare è diventato un obiettivo cruciale per garantire la sicurezza alimentare globale e promuovere uno sviluppo sostenibile.
A tal fine, l'ONU ha adottato l'Agenda 2030, un piano d'azione ambizioso che si propone di affrontare le sfide globali sotto tre pilastri fondamentali: il pianeta, le persone e la prosperità. L'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) numero 12 mira specificamente a "Garantire modelli di produzione e consumo sostenibili", con uno dei suoi traguardi chiave che mira a dimezzare lo spreco alimentare globale entro il 2030.
Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale adottare strategie mirate che promuovano l'efficienza e il riutilizzo delle risorse. Uno dei settori cruciali in cui si può intervenire è quello della valorizzazione degli scarti agroalimentari. Questi scarti, derivanti dai processi di produzione e trasformazione alimentare, rappresentano una risorsa preziosa che spesso viene trascurata o considerata come rifiuto.
Tuttavia, numerosi studi scientifici hanno dimostrato il potenziale degli scarti agroalimentari come fonte di nutrienti e composti bioattivi che possono essere impiegati in vari settori, tra cui l'alimentazione animale. Ad esempio, le buccette di nocciola, i sottoprodotti di pomodoro e bergamotto sono stati oggetto di approfondite ricerche volte a valorizzarne le proprietà nutrizionali e funzionali.
Gli scarti di nocciola, ricchi di acidi grassi insaturi e polifenoli, possono essere impiegati nell'alimentazione animale per migliorare la qualità della carne e ridurre i costi di produzione. Allo stesso modo, i sottoprodotti di pomodoro e bergamotto, contenenti fibre, proteine e antiossidanti, possono contribuire a migliorare la composizione nutrizionale e la stabilità ossidativa della carne suina.
Questi studi dimostrano che la valorizzazione degli scarti agroalimentari non solo aiuta a ridurre lo spreco alimentare, ma contribuisce anche a promuovere la sostenibilità ambientale ed economica del settore agroalimentare. Inoltre, favorisce l'adozione di pratiche agricole e alimentari più efficienti e circolari, riducendo l'impatto ambientale e creando nuove opportunità economiche per gli agricoltori e gli operatori del settore.
In conclusione, la valorizzazione degli scarti agroalimentari rappresenta un'opportunità concreta per affrontare le sfide legate allo spreco alimentare e promuovere uno sviluppo sostenibile. Investire in ricerca e innovazione in questo settore può portare a benefici significativi per l'ambiente, l'economia e la società nel loro complesso.
FONTI
- https://www.food-hub.it/media/2024/02/02/scarti-agroalimentari-per-una-migliore-qualita-della-carne/?ml_sub=2405788603151029959&ml_sub_hash=p3t8&utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=rendere_la_carne_migliore_con_gli_scarti&utm_term=2024-02-02
- https://www.laregione.ch/culture/scienze/1731098/studio-agroscope-scarti-qualita-carne
- https://informatorezootecnico.edagricole.it/bovini-da-latte/i-sottoprodotti-agroindustriali-nellalimentazione-animale/