
Trasparenza sull’etichetta: perché "può contenere" non basta per chi è allergico al grano o celiaco
Negli ultimi mesi, l’attenzione verso l’etichettatura alimentare è cresciuta significativamente grazie a una sollecitazione dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC) e Food Allergy Italia APS, sostenuta da esperti. Quel “può contenere glutine” oggi non è più sufficiente per garantire la sicurezza, soprattutto per i soggetti con allergia al frumento o malattia celiaca.
Celiachia e allergia al grano: due condizioni diverse, due esigenze diverse
È importante distinguere tra le due condizioni:
- Celiachia: patologia autoimmune attivata anche da quantità minime di glutine, con conseguenze croniche sull’intestino tenue
- Allergia al frumento: reazione IgE-mediata in grado di scatenarsi anche per esposizione occasionale o inalazione di proteine del grano e potenzialmente provocare shock anafilattico
L’etichetta “può contenere” non distingue tra contaminazione accidentale e presenza significativa, rendendo difficile ai consumatori – e ai professionisti sanitari – valutare il rischio reale.
Il quadro normativo oggi
Secondo il Regolamento UE 1169/2011 e le linee guida Codex Alimentarius, la comunicazione precauzionale è volontaria e generica: termini come “può contenere tracce di…” restano non regolamentati. Le associazioni invitano le istituzioni a introdurre soglie di riferimento e a limitare l’uso dell'indicazione ai casi in cui esistano reali evidenze di rischio.
Cosa chiedono AIC e Food Allergy Italia APS
- Etichettatura più rigorosa: solo termini chiari, con l’indicazione di presenza o assenza basata su test e soglie.
- Dichiarazione “senza glutine”: per la celiachia, il claim deve garantire un livello <20 ppm, come previsto dal regolamento UE 828/2014
- Avvertenze precise per l’allergia al frumento: evitare dizioni generiche e puntare su test e linee guida specifiche per valutare contaminazioni reali
Cosa fare in attesa del cambiamento
- I consumatori (celiaci e allergici) devono selezionare prodotti con claim regolati o certificati di analisi; al minimo dubbio, consultare il medico o l’allergologo.
- Le aziende alimentari possono auto-regolarsi, adottando buone prassi: test interni sistematici, trasparenza e comunicazioni chiare.
- I professionisti sanitari, come Saturno Laboratorio, svolgono un ruolo cruciale nell’educare i pazienti e interpretare i rischi: dalla consulenza nutrizionale all’analisi degli allergeni presenti nei prodotti.
L'etichetta “può contenere” crea un’insicurezza che non tutela adeguatamente chi soffre di celiachia o allergia al frumento. Serve una revisione normativa, ma anche un impegno attivo di produttori, professionisti e consumatori.
Saturno Laboratorio c’è per offrire competenze analitiche e consulenze accurate: insieme, possiamo promuovere una filiera trasparente e sicura per tutti.
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