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Prodotti ortofrutticoli senza imperfezioni estetiche? Un'audizione parlamentare dice basta

Prodotti ortofrutticoli senza imperfezioni estetiche? Un'audizione parlamentare dice basta

Frutta e verdura bella, bellissima fa sfoggio di sé e della sua perfezione estetica sugli scaffali di tutti i supermercati.

Tanta perfezione non è casuale e nemmeno il frutto di un’attenta strategia di marketing dei produttori: il regolamento Ue 543/2011, poi modificato dal 1890/2021 ha infatti regolato i canoni estetici di frutta e verdura.

Fino a qualche anno fa persino la curvatura di cetrioli e carote era oggetto di esame e valutazione di idoneità alla vendita.

Ad oggi la situazione si è evoluta anche se sono ancora una decina i prodotti ortofrutticoli assoggettati a diversi canoni estetici propedeutici alla vendita: dai kiwi alle mele, dagli agrumi alle pesche, dalle lattughe all’uva e poi fragole, pere, pomodori e peperoni devono avere un aspetto gradevole e controllato prima di finire sugli scaffali dei punti vendita.

La conseguenza di tutto ciò? Uno spreco sui campi coltivati quantificato in circa il 20% dalla Fao.

Prodotti ortofrutticoli senza imperfezioni estetiche: l'audizione alla Camera

Lo scorso 7 dicembre proprio su questo tema si è tenuta un’audizione informale presso la commissione agricoltura della Camera.

Le deputate Susanna Cenni e Susanna Ciaburro hanno presentato una risoluzione che chiede espressamente una revisione della normativa che stabilisce i canoni estetici dei prodotti ortofrutticoli.

L’audizione ha avuto come scopo la valorizzazione delle coltivazioni biologiche e la salvaguardia del settore agricolo che, soprattutto negli ultimi anni, ha visto sempre più un’attenzione focalizzata alla corretta coltivazione più che al rispetto di canoni estetici.

Anche i sempre più frequenti fenomeni atmosferici estremi hanno spesso danneggiato i raccolti solo da un punto di vista di apparenza, senza nulla togliere alle sostanze nutritive degli alimenti.

Le due deputate non erano sole: all’audizione erano presenti anche l’amministratore delegato della catena di negozi biologici NaturaSì, la presidente di FederBio e Fabio Ciconte di Terra! Onlus.

Alla Camera è stato chiesto di applicare la deroga prevista in sede europea come facoltà degli Stati membri (art. 4.3 del reg. 543), che permetterebbe di vendere al dettaglio i prodotti ortofrutticoli ‘fuori dai canoni’, con la dicitura “prodotti destinati alla trasformazione”.

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