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Nello scenario dell'agricoltura sostenibile, come si pone l'Europa?

Nello scenario dell'agricoltura sostenibile, come si pone l'Europa?

Per far fronte alla rapida crescita della popolazione mondiale ci si ritrova costretti ad impiegare fertilizzanti sintetici per aumentare la produttività del suolo cercando così di sostenere lo sviluppo demografico del nostro pianeta.

Cosa dobbiamo aspettarci da qui al 2050 tenendo conto che si stima che la popolazione mondiale ammonterà ad oltre 9 miliardi di persone?

Sembra chiaro che sia necessario trovare una valida e sostenibile alternativa all’impiego dei fertilizzanti sintetici, in quanto è conclamato il loro impatto dannoso a livello ambientale: particolarmente ricchi di azoto, fosforo e potassio, da un lato implementano la produttività del terreno agricolo, ma dall’altro un loro utilizzo eccessivo può risultare deleterio per l’ambiente. Inoltre per la loro produzione è richiesto l’utilizzo di un’ingente quantità di gas naturale che concorre all’emissione di ulteriore CO2 e che, con i tempi che corrono, implica anche un consistente aumento dei prezzi del prodotto finale.

L’uso dei biofertilizzanti e un approccio ispirato all’economia circolare potrebbe rappresentare una scelta legittima per tutelare l’ambiente.

L’Europa decide di muoversi in questo senso dichiarando l’entrata in vigore, a partire dal luglio 2022, del Regolamento (UE) 2019/1009 sui prodotti fertilizzanti, a cui fa seguito la comunicazione da parte della Commissione Europea per “Garantire la disponibilità e l’accessibilità economica dei concimi“ comprensiva di una serie di linee guida e soluzioni proposte agli agricoltori per abbracciare la promozione di un’agricoltura sostenibile e aumentare l’efficienza di riciclaggio dei rifiuti organici.

Il Regolamento, la cui adesione è facoltativa, sancisce per il mercato europeo un accesso semplificato ai fertilizzanti organici ottenuti perlopiù dai rifiuti recuperati e dai loro sottoprodotti, consentendo all’UE una maggiore indipendenza dal gas naturale e garantendo una miglior protezione dell’ambiente.

Le nuove norme UE stabiliscono i requisiti di sicurezza, qualità ed etichettatura che le imprese produttrici e venditrici di questi fertilizzanti devono rispettare per poter ottenere il marchio CE. Ciò gli consente di commercializzare il loro prodotto liberamente in tutta l’UE garantendo ai consumatori un buon livello di protezione.

Il progetto NOMAD

E’ così che nasce NOMAD, un progetto europeo finanziato dalla Commissione europea stessa, che riunisce esperti provenienti da otto diverse nazioni, fra cui l’Italia, per sviluppare una tecnologia mobile con lo scopo di valorizzare i rifiuti organici: le piccole industrie spesso non possono permettersi di installare un proprio impianto di trattamento e recupero delle acque reflue; pertanto gli esperti hanno concepito una soluzione mobile dotata di ciascuna tecnologia necessaria a fornire direttamente all’agricoltore biofertilizzanti ad alte prestazioni derivati dal digestato (un sottoprodotto liquido contenente elementi di recupero, quali nutrienti e fibre) in grado di sostenere la crescita delle colture e di ridurre gli effetti nocivi dati da un loro uso diretto, quali l’acidificazione del suolo.  

La versatilità di questa tecnologia è stata testata in diverse aree geografiche, climatiche e in differenti condizioni del suolo e ci consente oggi di poter visionare ed utilizzare un’eredità di modelli per la gestione della digestione anaerobica, del digestato e dei rifiuti organici, facilitando per il futuro lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile.

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